
Chris Darrill e i ragazzi di Stormind games tornano dopo 3 anni dall’uscita di Remothered Tormented Fathers (che gli ha permesso di avere il successo meritato) col nuovo episodio di questa inquietante e intrigante saga horror-psicologica-survival: Remothered Broken Porcelain.
Il primo gioco vedeva Rosemary Reeds intrufolarsi nella tenuta del Signor Felton per indagare sulla scomparsa di sua figlia, Celeste, passandosi come un psicologa che stava studiando il caso. Dopo alcuni momenti di buio, timore, ansia e tensione, si scopriva che la moglie di Felton giaceva morta sul loro letto matrimoniale, sul cui cadavere stavano delle falene. Da qui in poi il gioco sarebbe stato una ricerca ansiogena di domande, indizi e risposte su quel che era accaduto, oltre a dover scappare ed evitare di essere visti da Felton e gli altri pericoli che infestavano la casa.
Questo secondo capitolo è ambientato nell’Ashmann Inn, un hotel, dov’è attivo un progetto di recupero e rieducazione per ragazze problematiche e, ovviamente, la protagonista del gioco in questione, Jennifer, non poteva che essere una di queste. L’avventura quindi parte dalle camere al primo piano di questo hotel, e una presenza inquietante spaventa e mette angoscia alla nostra protagonista. La prima missione vede lei a cercare di uscire dall’hotel, quindi deve inseguire la governante e recuperare le chiavi, salvo poi che questa persona si trasforma in una sorta di aberrazione, cieca e con delle falene che le girano attorno alla testa.
In questo capitolo, quasi un prologo rispetto a Tormented Fathers, si cercherà di far chiarezza sul presunto farmaco che toglie ogni dolore e dispiacere, ma che crea effetti collaterali come la cecità, e il tutto è collegato a….le falene!.
Dove il primo capitolo, sviluppato in Unreal Engine 4, dava uno spunto interessantissimo ad un gameplay minimale (spesso legnoso e poco accattivante da gestire) come giustificazione perchè il giocatore capisse che non aveva possibilità di combattere ma doveva solo nascondersi e scovare indizi e puzzle nel completo silenzio, senza attirare l’attenzione dell’inseguitore, il secondo, più sontuoso graficamente, con una grandissima attenzione ai dettagli e particolari che troveremo in giro per l’hotel (Darril ha fatto un grande e pregievole studio sull’architettura e gli ornamenti di stampo italiano e sopratutto Siciliano) ahimè non tiene minimamente testa alla sua storia intrigante, perchè il gameplay è inficiato da una serie di bug e problemi di gestione che sfociano presto, e malvolentieri, nel frustrante.
Spesso mi è toccato riprendere delle fasi di gioco (sopratutto durante le fughe e i nascondigli) perchè Jennifer collideva e restava “incastrata” nel nulla; spesso ho avuto difficoltà nella gestione della telecamera; spesso andavo vicino ad oggetti e nascondigli e non appariva il comando di interazione.
Insomma, nonostante il team abbia messo più volte mano e fornito diverse patch per risolvere queste diverse problematiche, il “problema” di fondo della gestione delle collisioni e delle interazioni non è stato ancora del tutto risolto. Questo ahimè porta, e ha portato, spesso molti giocatori ad abbandonare il gioco.
Un vero peccato, perchè anche questo capitolo conta di una storia davvero affascinante, inquietante e macabra.
Mi auguro davvero che il team riuscirà a risolvere questi gravosi problemi e possa recuperare la stessa credibilità che gli ha permesso di ottenere fama e successo della critica, quando hanno rilasciato Tormented Fathers che, ripeto, è stato davvero uno splendido lavoro nel suo complesso.
Voto: 6/10