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Recensione Resident Evil 8 Village

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Recensione Resident Evil 8 Village

Ethan, attento alle mani!

Siamo ormai abituati a parlare di Resident Evil VII, degli elementi che hanno reso bello e brutto questo titolo agli occhi di tutti, il tutto con un poco di “ignoranza” rispetto ai temi trattati.

Che Resident Evil VII abbia “reinventato” il genere horror offerto da Capcom, nel bene e nel male, è cosa risaputa. 

Ovviamente si sa anche l’accanimento che gli stessi sviluppatori hanno avuto nei confronti del protagonista di tale titolo, contando che per colpa di Mia ha perso una mano e “grazie” alla “dolce e amorevole” famiglia Baker, magicamente Ethan ha riavuto la mano attaccata  e funzionante. 

Anche qui, in Resident Evil VIIIage, Ethan e le mani saranno il perno di questa nuova splendida avventura Horror ben scritta e firmata da Capcom.

Dalla Louisiana (base di Resident Evil VII) ci spostiamo in Romania, dove Ethan e Mia son stati messi al sicuri da Chris e cercano di ricostruirsi un futuro dopo i tragici eventi della precedente disavventura a casa Baker. Hanno avuto una splendida bambina e il gioco appunto inizia con Mia che racconta una storia classica di quel posto che però, ovviamente, in qualche modo anticipa quel che sarà la nuova storia offerta da Capcom in Romania.

Perché stavolta, nonostante all’apparenza, Capcom abbia trasformato la saga Horror più famosa dei videogiochi degli ultimi anni in una sorta di Horror di stampo folkloristico, in realtà è tutto collegato al 7 e lo stesso Micelio di cui si parla nel precedente gioco. 

Riprendendo il discorso sulla “ignoranza”, Resident Evil è un gioco che punta tutto su una guerra batteriologica

dove prima il Virus T, costruito in laboratorio, viene liberato in malo modo e ciò dà vita agli zombie dei primi 3 giochi, poi Las Plagas, un parassita antico come il mondo che viene risintetizzato e trasforma gli infetti in persone altamente violente e pericolose nel quarto e quinto capitolo della saga, poi il Micelio che appare e dà vita a creature aberranti che riprendono vita guidati da questo parassita nel settimo e ottavo episodio. Si dice che ci sia anche un certo grande collegamento tra Las Plagas e il Micelio.

Tornando quindi a noi, Ethan, Mia e Rose sembrano vivere una vita serena, non senza molti strascichi dell’incubo vissuto in Louisiana.

Tutto però sembra procedere abbastanza bene fin quando un raid notturno da parte di Chris mette fine alla vita di Mia e Ethan e Rose vengono portati via, Ethan perde i sensi e poi si risveglia lontano da casa sua in una zona apparentemente senza alcun collegamento. E da lì inizia la nostra avventura che ci porterà presto al Villaggio, il fulcro della nuova avventura horror di Resident Evil (il tutto con chiaro riferimento a Resident Evil IV, da cui trae spunto per molte delle sue idee).

Tra abomini, licantropi, uomini deformi e aberrazioni tratte da racconti del folklore europeo, con ovvie licenze poetiche in salsa Resident Evil

pad alla mano si nota subito che il sistema di puntamento, di mira e precisione, la struttura dell’inventario, la modalità creazione, i tesori e quant’altro è stato tutto largamente migliorato, reso ancor più responsivo e preciso, come se non avessimo più a che fare con uno qualunque che si trova in mezzo agli orrori di casa Baker e deve sopravvivere ad essi, ma ora sembra più vicino ad un soldato semi addestrato e comunque pronto all’azione. 

Le somiglianze con Resident Evil IV sono tante e davvero ben implementate come appunto l’inventario, che può essere esteso e gestito a celle, la creazione degli oggetti, un sistema di personalizzazione delle armi e il loro potenziamento presso il Duca e il Duca stesso, ripreso dall’armaiolo. 

Insoma, le somiglianze son tante, ben implementate e davvero ben gestite.

Il villaggio è stato costruito ad Hoc, con passaggi primari, segreti, secondari, aperture “procedurali” che seguono la trama, il raggiungimento di determinati obiettivi e oggetti sbloccati. 

Il grado di esplorazione e sfida legati alla mappa sono sempre abbastanza alti, il tutto invoglia a non scappare soltanto, in quanto munizioni e oggetti sono reperibili con “abbastanza” facilità, ma a restare cauti, ad analizzare bene le situazioni e scegliere chi o cosa combattere, in modo da non arrivare mai impreparati al boss.

I Boss poi sono davvero ben costruiti, sono belli da vedere e belli e variegati da affrontare

come i loro “regni”, le loro fortezze, sono davvero ben disegnate, con le loro insidie nascoste e tanti segreti da scoprire, elementi di lore e documenti che pian piano ti permettono di ricostruire il loro “profilo”. 

Se i boss sono magistrali (tranne forse uno, che risulta più “comune”) le loro fortezze non hanno nessun sapore di nuovo ma rendono omaggio ai livelli che tanto hanno fatto appassionare i fan della serie, come la villa Dimitrescu che strizza l’occhio alla magione del primo resident evil e così via (non avrete alcuno spoiler, se non il gran consiglio, per chi non l’abbia recuperato, di farlo il prima possibile!).

Tanti colpi di scena, scene ansiogene, solitudine, disperazione e quella ricerca della verità e il continuo intralcio alla corsa al salvataggio di Ethan da parte di Chris, porranno le basi per una trama e un gameplay mai noioso.

Come ben sapete, il gioco è uscito su PS4/Xbox One, PS5/Xbox Series S/X e pc.

Il gioco gira generalmente molto molto bene su tutte le piattaforme, ovviamente con le dovute eccezioni. Su ps4 e xbox one il gioco gira a 920p e 30-45 fps abbastanza stabili, su xbox series s gira in 2K 60 fps e su pc, ps5 e xbox series x gira egregiamente in 4K e 60 fps. Ma non preoccupatevi: il RE Engine lavora egregiamente e nonostante qualche piccolo sacrificio su ps4 3 xbox one, l’esperienza in tutte le piattaforme sarà comunque pregievole e di grande impatto. 

Ovviamente il motore grafico di casa Capcom, introdotto con Resident Evil 7

e migliorato assai su Resident Evil 2 e 3 remake, arriva per l’occasione in una vesta ancor più sontuosa e pregievole, dettagli dei capelli e qualche imperfezione sui fondali a parte.

Che dire? Non vi pentirete di giocare a questo gioco, pregievole dal punto di vista grafico

sontuoso e fluidissimo dal punto di vista del gameplay, una storia tanto “comune” quanto appagante, sonorità davvero ben costruite, il ritorno del Duca/Armaiolo, la modalità Mercenari e tanto altro saprà far felice ogni appassionato di Resident Evil, che sapranno comunque chiudere un occhio su una durata che resta in media rispetto alla saga.

Il gioco infatti potrà essere portato a termine tra le 7 e le 10 ore. Perché questo “gap”? Perché le mappe di gioco saranno belle grandi e l’esplorazione per trovare segreti, documenti, armi e tanto altro porterà via qualche ora in più ai completisti, nonché stuzzicheranno tanto la fame di rigiocare il gioco a difficoltà maggiore o anche solo per carpirne ogni segreto!

Povero Ethan, quelle mani gli stanno proprio antipatiche. Prendeteci la mano velocemente…se non volete perderla!

Voto: 9/10

 

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Francesco Nicoletti