Returnal: la Recensione della nuova esclusiva PS5.

Il ritorno dei “roguelike”.

I roguelike sono stati i titoli più creati nei primi anni ’80 e si basavano principalmente su due caratteristiche: i livelli di gioco sono a generazione casuale, quindi nello scorrere del titolo cambiano di volta in volta anche se possono essercene di predefiniti e il personaggio giocabile, una volta morto, perde tutti i progressi fin qui ottenuti e ricomincia da capo. Insomma i classici giochi da lancio del Pad verso la TV. Ecco, Returnal segue questo corso, ogni volta che morirete ricomincerete da capo e giocherete su dei livelli o stanze diverse,  benché basati su quelli che avrete già esplorato. Ma il ritmo da sparatutto arcade vi terrà così impegnati che avrete davvero poco tempo per guardarvi intorno.

La Trama di Returnal.

L’astronave di Selene, (nome un po’ inadatto forse per un’eroica astronauta ammazza alieni) ha i motori in fiamme e l’unico modo per non esplodere nello spazio è quello di atterrare sul pianeta più vicino. L’atterraggio non è dei più semplici e indolori e lo schianto, benché non fatale, non è dei più tranquilli. La nostra protagonista esce dalla navetta malconcia ma viva, su un pianeta chiamato Atropos pieno di alieni (vabbè gli alieni siete voi, loro sono di casa in effetti) biomeccanici e tentacolari che vi metteranno subito KO.

Da questo momento vi renderete conto di essere finititi in un loop quasi infinito che ad ogni vostra morte, vi riporterà al punto di partenza: niente più equipaggiamenti, niente potenziamenti se non rare eccezioni, niente più ricordi di quel poco di lingua aliena eravate riusciti ad imparare.

Non male vero? Fortunatamente Selene, ogni volta che tornerà in vita, ricorderà della morte precedente e sarà consapevole di questo micidiale loop; inoltre avrà la possibilità di incontrare i “ricordi” delle altre “Selene” decedute che le permetteranno di ricostruire quel puzzle di storia così importante per raggiungere il finale.

Gameplay.

Returnal, (di cui scrivemmo qui) è un gioco davvero difficile. E non basta che il team di sviluppo lo ribadisca appena iniziate a giocare: ve ne renderete subito conto voi stessi.

Proiettili letali che vi arriveranno da ogni dove, voi che dovrete destreggiarvi e schivarli in continuazione, l’energia che cala ad ogni colpo subito e il pericolo di ricaricarsi con oggetti trovati durante il gioco che vi daranno una mano da un lato ma vi porteranno delle limitazioni e degli svantaggi dall’altra: non varieranno solo le stanze di gioco ma anche i metodi in cui dovrete affrontare i vari nemici.

La progressione e il continuo cambiamento delle stanze di gioco sono il vero fiore all’occhiello di questo titolo: i cambiamenti sono sempre credibili, rendendo molto vario l’ambiente di gioco e di conseguenza l’approccio col nemico che incontreremo di volta in volta. Anche le armi cambieranno di volta in volta così come il feeling con esse o il metodo di usarle: in questo caso l’adattabilità del DualSense incontra un gioco perfettamente integrato. I nemici sono intelligenti, vi accerchiano, vi colpiranno anche da lontano e in base alla distanza con cui li colpirete, guadagnerete più o meno “rifornimenti” utili alla vostra esperienza. Ma poi non aggiungiamo altro: potenziamenti, armi, risorse vitali prese dai nemici (molto simile a quello che accadeva in Lost Planet), sono cose che scoprirete voi anche perché, benché sia un gioco difficile, molto impegnativo, a volte frustrante come i migliori Souls sanno essere, non smetterete presto di giocarlo ma rimarrete calamitati alla vostra sedia e col Pad ben stretto per portare avanti questo stupendo rompicapo armato. Anche perché spesso vi troverete a pensare: “la prossima volta li affronterò così e non più come ho già fatto, sì sarà la volta buona…..e invece“.

Il Comparto Tecnico di Returnal.

Giocando e rigiocando Returnal non noterete nessuna incertezza, il titolo gira fluido sui 60fps tranne in alcuni casi davvero sporadici e in ambienti pieni. E questo è un bene, visto che l’agilità e l’occhio attento sui nemici faranno la differenza tra la vita e la ri-morte. Perfettamente integrato è il DualSense, come già vi anticipavamo, per cui l’adattabilità dei grilletti nel far fuoco spesso sarà provvidenziale se sfruttata a dovere o penalizzante se vi sbaglierete con la pressione. L’audio 3D è spettacolare, l’uso delle cuffie Pulse 3D di Sony è un acquisto perfetto per questo gioco.

Considerazioni Finali.

Returnal è il gioco che mancava. Un gioco che con un buon budget, ha permesso ad un team di sviluppo, lo Housmarque, la cui creazione di eccellenti giochi è risaputa, ma mai così alti di livello, di entrare nella lista dei titoli che se non proprio da “tripla A”, poco ci manca, spolverando poi un genere, il roguelike, raramente utilizzato nella fantascienza e facilmente suscettibile di noia totale e di frustrazione. Volete assaggiare finalmente la Next-Gen su PS5?

Returnal è il gioco che fa per voi. Non cercate ovviamente la grafica spacca-mascelle, anche se comunque è di buon livello. Cercate invece un gameplay unico nel suo genere, l’integrazione perfetta con il DualSense e le Pulse 3D, la difficoltà di un gioco che se resterete fermi e lo finirete, vi premierà con la soddisfazione di aver superato un limite molto grande, quello di vincere la frustrazione di doverlo ricominciare da capo spesso e di scoprire una storia affascinante e per nulla scontata. Un titolo non per tutti ma che tutti dovrebbero provare.

VOTO 9.

Antonio Orlando

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