Recensione The Dark Pictures Anthology: Little Hope

La serie di The Dark Pictures Anthology torna con un nuovo inquietante capitolo, Little Hope.

Il gioco inizia con un autista che, dopo aver fatto rifornimento e sosta in una stazione di servizio, sale di nuovo sul suo pullman e riprende il suo viaggio. Sembra parlare da solo ma poi si capisce che sta trasportando delle persone, che in quel momento non vengono mostrate.

Improvvisamente uno strano evento, una bambina che appare all’improvviso in mezzo alla strada, impedisce all’autista di proseguire e lo obbliga ad una sterzata violenta, finendo fuori strada.

La scena cambia e vede protagonisti marito e moglie che stanno litigando riguardo gli strani atteggiamenti della loro figlia, Megan. Vengono presentati i membri della famiglia. Tutto sembra una serata come un’altra salvo che poi, misteriosamente, la bambina scompare, la si rivede con dei flashback “accompagnata” da una strana entità e la casa poco dopo inizia a prendere fuoco.

Solo tu potrai scegliere chi salvare, ma le tue scelte non sempre avranno l’effetto desiderato, questo il gioco, la storia, lo sa, ma comunque ti mette davanti al fatto compiuto. Quando si vedrà che la bambina è ancora dentro la casa, l’ultimo rimasto tornerà per salvarla. Poco dopo la bambina fuggirà nella “foresta”…ma nessun altro uscirà vivo da lì.

Farai la conoscenza del curatore, che parlerà direttamente a te, esponendoti la complessità e la drammaticità della storia che stai per affrontare e ti farà capire che qualunque scelta farai sarà non solo determinante, ma anche altamente discutibile.

In seguito il gioco riprenderà “dall’inizio”, dove i passeggeri del pullman si dovranno aiutare a vicenda per raggiungere Little Hope, trovare un telefono per chiedere aiuto, e recuperare l’autista del pullman per tornare a casa. Tutta questa parte sarà costellata da dialoghi, interazioni varie, segreti, “allucinazioni”, visioni del passato di Little Hope e una presunta maledizione che attanaglia questa città ormai abbandonata al suo destino. 

Spesso infatti capiterà di imbatterci in una bambina simile a quella che ha costretto l’autista a sterzare e il gruppo a questa inquietante avventura, come l’unica che si è salvata dalla casa in fiamme a inizio gioco e in una “strega” il cui tocco ci riporterà indietro nel tempo, facendoci vivere sempre lo stesso “periodo” e dove noi, poveri avventurieri del presente, avremo sempre più “voce in capitolo”

Nel corso della storia prestate attenzione ai volti, perchè nulla sarà casuale, ma nulla sarà chiaro e limpido. Tutto avrà una conseguenza e una consequenzialità, ma i volti torneranno, sotto vari aspetti e personalità, ma saranno sempre quelli, come in un “loop” temporale o come in un gioco di ruolo malefico dove le stesse “anime” dovranno affrontare una nuova sfida oscura e una nuova maledizione.

Il gameplay è semplice, avremo a disposizione pochi comandi, uno per esaminare gli oggetti (X/A), uno per interagire con gli oggetti (R2/RT), uno per spostare la visuale della torcia (la levetta destra), un tasto per aumentare il passo (Lb/L1) e tutta la nostra attenzione ai particolari.

Dovremo appunto esplorare attentamente la mappa di gioco, scovare indizi, segreti e premonizioni utili alla giusta interpretazione della storia e degli eventi. Dovremo prestare massima attenzione ai dialoghi e tutto quel che troviamo, scegliendo che tipo di psicologia applicare ai nostri personaggi , se quindi restare fedeli alla psicologia base del personaggio o “personalizzarla” in base a ciò che noi vogliamo ottenere come finale. 

Tutto questo si traduce nella possibilità di poter scegliere tra più risposte e in tempo reale avremo la reazione degli altri e quindi l’evolversi delle relazioni tra i vari personaggi. Questo andrà a influenzare e modificare l’andamento della storia. E state attenti: non sempre quel che sembra ovvio lo sarà per davvero.

Questo gioco mette a dura prova i nervi, l’etica e la morale del giocatore, rendendolo spettatore ma anche attore, che può relativamente improvvisare il suo copione, il tutto con la stessa cecità dei personaggi, tormentati da una strana e inquietante nebbia che avvolge e comprime Little Hope, nascondendone tutte le insidie che ne avranno luogo.

  • La giocabilità è legnosa, un poco faticosa, complice una telecamera libera negli spazi aperti che diventa fissa negli spazi chiusi, che invoglia il giocatore a soffermarsi in determinati punti, ma spesso si rivela  essere più un impiccio che un agevolazione. 
  • La storia è molto raccontata, quindi ci sono più video, anche interattivi (con gli ormai canonici Quick Time Event) che fasi giocabili dove noi andremo direttamente a controllare il personaggio. Questo può risultare un difetto per chi si aspetta un Horror alla Silent Hill, ma che può comunque tramutarsi in una ella esperienza di avventura grafica Horror, per chi predilige le storie dell’orrore con streghe e maledizioni.
  • Altra nota leggermente stonata: Il motion capture dei personaggi è davvero stupendo, così come la grafica del gioco, curata e ben definita in ogni minimo particolare, ma anche qui troviamo spesso una non indifferente legnosità espressiva e anche dei ritardi tra il labiale del personaggio e l’audio.

Questi difetti possono intaccare l’esperienza solo se, chi lo gioca, andrà a cercare il pelo nell’uovo aspettandosi una produzione tripla A come un Resident Evil.

A nostro parere, invece, il lavoro confezionato da Supermassive Games (Until Dawn e Man of Medan) risulta piacevole, inquietante e molto molto immersivo. Ottima la storia e la caratterizzazione “libera” dei personaggi, interessante la struttura teatrale della storia e dell’interazione tra il curatore e noi giocatori.

Il gioco è uscito il 30 Ottobre su PS4, Xbox One e Windows PC.

Voto: 8.5/10

Francesco Nicoletti

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