Orrori videoludici #3 – Dragon Ball Final Bout

 



Il mondo creato dalla matita e dal genio di Akira Toriyama ha spopolato in tutto il pianeta rendendo la serie di Dragon Ball una delle più famose serie manga mai scritte e lette. Grazie all’anime tratto dal manga e ai numerosi gadget e videogiochi, il successo dell’epopea di Goku e co. non accenna ad arrestarsi e gli ultimi FighterZ e Kakarot sono esempi di come dovrebbero essere fatti i giochi su quest’opera. Purtroppo negli anni 90 uscirono alcuni giochi che definire brutti sarebbe un eufemismo e oggi parleremo di uno di loro, Dragon Ball Final Bout.

La Ps1 e la tridimensionalità

Se i picchiaduro sono tra i giochi più apprezzati dagli hardcore gamers, la Ps1 fu una console dove questo genere sicuramente non mancava e anzi fu la casa di uno dei più famosi giochi di combattimento in 3D mai usciti, ovvero Tekken. La serie di Namco esordì sull’ammiraglia Sony nel 1995 espandendo ciò che SEGA aveva fatto con Virtua Fighter e portando il genere allo step successivo. Bandai (che ancora non si era fusa con Namco) deteneva (e detiene ancora oggi) i diritti per quasi tutti i videogiochi tratti da manga e Dragon Ball è ovviamente uno di questi. Memori del fiasco del precedente Ultimate Battle 22, decise di creare un nuovo gioco dedicato a Goku sullo stile di Tekken e quindi abbandonando il 2D in favore della tridimensionalità.

 

 

Lo sviluppo del gioco per ovvi motivi non andò come previsto e il risultato finale non si avvicinò neanche lontanamente a Tekken, ma neanche a prodotti inferiori come Battle Arena Toshinden. Se per il capolavoro di Namco la parola d’ordine era fluidità, per Dragon Ball Final Bout era legnosità.

Giocabilità ai minimi storici

Nonostante gli evidenti limiti riscontrati, Bandai decise comunque di far uscire il gioco per cavalcare l’onda del successo di Dragon Ball GT, serie alla quale il titolo era ispirato. Pad alla mano saltava subito all’occhio la scarsa cura cui gli sviluppatori hanno riposto in primis negli ambienti di gioco che risultavano tutti uguali tra loro e davvero troppo spogli. In secondo luogo la caratterizzazione dei personaggi seppur non così orribile, rendeva il tutto davvero troppo spigoloso e poco armonioso nel suo insieme. In termini di giocabilità Dragon Ball Final Bout era davvero macchinoso e legnoso in tutto. I movimenti del nostro avatar erano lenti e impacciati come se fossero carichi di pesi e non potessero muoversi e anche il volo (qui proposto in modo limitato a come siamo abituati ora) non era da meno, preferendo di gran lunga il combattimento a terra. Ciò nonostante le mosse speciali dei nostri personaggi preferiti erano riprodotte fedelmente e davano l’idea della loro forza distruttiva ma il colpo d’occhio generale faceva perdere interesse nel titolo davvero troppo in fretta.

Buona l’idea ma pessimo il risultato

Giochi di Dragon Ball sin dai tempi del Nes ne sono stati prodotti davvero in gran quantità nonostante molti di essi rimasero relegati al solo territorio nipponico anche perché è bene ricordare che nonostante l’opera sia nata nel 1984 e il successivo adattamento anime nel 1989, qui in Italia divenne famoso grazie a Star Comics nel 1995 che lo pubblicò la prima volta, anche se la prima parte dell’anime fu trasmessa nel 1990 da alcuni emittenti private. Nonostante la qualità dei giochi realizzati fosse altalenante, lo sbarco della serie su Ps1 segnò il punto più basso dell’intera produzione e Final Bout nonostante una buona idea di partenza, fu realizzato peggio dei precedenti. Il passaggio alle tre dimensioni poteva essere vincente, ma Bandai invece di affidare lo sviluppo del titolo ad un team esterno come accade oggi, decise di procedere ai lavori in prima persona e non avendo l’esperienza per realizzare un gioco così ambizioso finì per scavarsi la fossa da sola. Inoltre la pubblicazione del titolo in occidente affidata ad Atari ebbe del disastroso. Le copie destinate al mercato italiano vennero vendute in Francia e quelle destinate al mercato francese in Italia, quindi sui nostri scaffali trovammo solo copie nell’idioma di Asterix con conseguente traduzione ingame in francese (all’epoca non era consuetudine fare i giochi multilingua).

Solo 10 personaggi? Com’è possibile?

Il gioco base nonostante tutte le pecche elencate e discusse uscì con la possibilità di scelta tra solo 10 personaggi giocabili e ciò si tradusse in un’amara delusione per tutti coloro che avrebbero voluto un numero più nutrito di combattenti. Però mamma Bandai furbamente inserì ulteriori personaggi che potevano essere sbloccati tramite due diversi trucchi inseriti nella schermata iniziale grazie alla pressione di alcuni tasti cambiando interfaccia al gioco e aggiungendo nella fattispecie 7 nuovi eroi portando la selezione a 17 personaggi.

Per come siamo abituati oggi, un gioco di Dragon Ball con un numero così esiguo di combattenti non è accettabile, e all’epoca fece storcere non poco il naso l’assenza di Crilin, Yamcha o Tenshinhan in favore di quattro diversi Goku e tre Trunks rendendo di fatto il cambiamento solo visivo. Si narra anche che sia possibile sbloccare ulteriori personaggi ma provato sulla mia pelle si trattava solo di leggende metropolitane e purtroppo Gotenks o Gogeta non facevano parte del roster.

Non ne vale assolutamente la pena

In conclusione questo gioco di Dragon Ball si posiziona al gradino più basso dell’intera produzione dedicata al manga, in quanto non rende assolutamente giustizia all’opera, non è giocabile in quanto davvero frustrante e non invoglia neanche ad essere rigiocato vista la scarsa quantità di contenuti e il nulla cosmico sotto il punto di vista di elementi sbloccabili. Se siete degli inguaribili fan come me allora so che ve ne accaparrerete una copia che tra l’altro anche in versione pal ve la tirano dietro. Se inoltre siete abbastanza masochisti potreste dedicare qualche ora ad intrattenervi con Final Bout salvo poi sfogare la vostra frustrazione sulla persona più vicina a voi e questo è sconsigliabile. Per tutti gli altri sarebbe meglio girare alla larga da questo prodotto come se fosse la peste nera. Senza ombra di dubbio il peggior gioco su licenza mai prodotto su Ps1.

E voi lo avete giocato? Se si raccontateci le vostre impressioni ed esperienze qui sotto nei commenti.

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Luca Maggi
Nerd dal 1989 quando mi venne regalato il Commodore 64. Amante dei gdr e dei survival horror nonché fanboy dei fumetti Marvel e accanito amante dell'heavy metal anni 80. Nel tempo libero chitarrista di una band milanese chiamata Axeblade.

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