L universo di CD Projekt Red ci “dà il benvenuto” a Night City, una città enorme, vastissima, una visionaria New York 2.0
con edifici mastodontici, dove la differenza tra gli appartamenti a trincea e i palazzoni dei corporativi o gli ultra ricchi si nota e tanto, dove la criminalità è all’ordine del giorno, dove la città è divisa da fazioni criminali, fixers, netrunner e campioni di sregolatezza più assurdi.
Vieni introdotto in un mondo davvero agli sgoccioli sul piano personale, quello morale e quello anche spirituale.
Su ps4, con una facciata davvero messa male, una grafica che rendeva l’esperienza di gioco davvero poco gradevole, come quando prendi la macchina e vieni inviato dal mandante di turno a compiere qualche pulizia criminale nelle badlands o a pacifica. Davvero una sensazione sgradevole, dopo tante promesse, tanto hype costruito dalle redazioni e dagli stessi CD Projekt Red vantando che avremmo avuto tra le mani un autentico capolavoro.
Lo lascio e spero che tutto migliori. Le mie preghiere vengono prestissimo accolte con la patch 1.04 e soprattutto la 1.05.
Da lì finalmente mi rendo conto che ho tra le mani un mondo tanto vivido quanto spoglio e spento, ma comunque un buon mondo da cui partite, riprendo in mano ila mia V e vengo, ora dopo ora, stupito e scioccato da quanta profondità, a livello di trame e sottotrame, si nasconda sotto questa scorza acerba e incompleta.
Se si analizza il gioco dal punto di vista tecnico, siamo lontani da quello che doveva essere il capolavoro del decennio annunciato da tutti e caricato dai media. Poche macchine ed NPCs, nessuna interazione con loro, spawn a caso di questi ultimi mentre giri per la città, come anche molti degli elementi architettonici della città. Uno studio della fisica quasi imbarazzante, con l’acqua che sembra uno specchio lucido dove però ti ci puoi immergere e nuotare, ma che non da alcuna soddisfazione. Bug, glitch e crash continui e potrei continuare per tanto tempo ad elencare tutti i problemi del gioco.
Ma siamo onesti: tantissimi giochi open world hanno problemi del genere, che poi Cyberpunk 2077 eccella in ciò, ahimè lo si deve alle troppe spinte e pressioni mediatiche e interne che i programmatori hanno subito. Non che sia una scusante, sia chiaro, ma si può comunque parlare di una “proroga delle promesse a venire”.
Ma…se per un attimo chiudiamo un occhio, e mettiamo una fetta di prosciutto non troppo spessa nell’altro, tralasciamo e sopportiamo tante inesattezze imbarazzanti e ci facciamo solo “cullare” da quel che il gioco ha da raccontarci, potreste tutti rimanere piacevolmente sorpresi da quanta bellezza e profondità il gioco ha da offrire.
La quest principale è un tripudio di sfrenatezza condita da un rapporto molto poco canonico tra V e Johnny, il fulcro di tutta l’avventura. È una battaglia ad armi impari, ma che, a seconda di come si vuole vivere questo rapporto, può diventare molto profondo e quasi “tenero”. Non scendo in inutili spoiler ma vi prego onestamente (a chi lo denigra senza averlo manco giocato o a chi l ha mollato in attesa di patch che ne riequilibrino il gameplay) di giocare e vivere questa storia.
L’intreccio narrativo che viene costruito coi vari personaggi importanti del gioco, come Rogue, Panam, Judy, Welles, Okada, Takemura ecc ecc, rende l’esperienza davvero corposa e vivida. Ed io mi son sentito davvero catturato da quanta maestria è stata usata nel rendere questi personaggi completi.
Ho vissuto un rapporto con Silverhand quasi d’amicizia, quindi assecondando anche i suoi desideri, nonostante fosse tutto estremamente dannoso per il nostro personaggio, ma grazie a ciò ho “conosciuto” la sua vecchia band e ho organizzato con loro l’ultimo concerto in suo onore. È stato emozionante! E nonostante quel post sul fatto che l’inclusione di Keanu Reeves nel progetto, la critica alle sue dubbie qualità come attore e sul fatto che il vero Johnny Silverhand doveva essere più psicopatico, cattivo e sfrenato, per me è stata una delle esperienze più belle che si potessero vedere in un videogioco. Soltanto la parte finale con quella scelta difficile e sofferente ha meritato una sessione di gioco intensissima dove quasi non mi staccavo dallo schermo.
Accetto un mandato di cattura/uccisione X e mi ritrovo un galeotto che si è pentito del reato che ha commesso, ha trovato la fede in Dio e come Silverhand, anche lui voleva dare una scossa al mondo perché non dimenticasse ciò che l’ha resa grande nei secoli, accettando di registrare una Brain Dance dove lui stesso si crocifiggeva in “onore” a quel Dio caritatevole che sembra aver ormai dimenticato tutto e tutti a Night City, dove i nuovi dei sono le corporazioni che mangiano tutto e tutti.
Ho seguito le vicende di Judy e Panam, e ognuna delle due mi ha regalato un punto di vista che mi ha aiutato a comprendere meglio cosa fosse Night City, nel bene e nel male. Entrambe hanno un profondo sentimento di amore e odio verso la città, ma ognuna ha i suoi attaccamenti personali, che pian piano diventano anche il tuo mondo e le missioni che ti affidano sono un frenetico modo di conoscerle ancor più in profondità.
Non vi basta? Ho altri, tantissimi casi da offrirvi per convincervi che Cyberpunk 2077, a monte di tanti errori di grafica, di core engine, un combattimento tanto ben studiato quanto poco sfruttato appieno, con una IA quasi paralizzata dinanzi a voi, manco parlassimo di un tiro al bersaglio, può davvero regalare tantissime emozioni.
E a me, personalmente, le ha regalate!
Vero è che un videogioco è un videogioco e andrebbe analizzato sotto tanti punti di vista, non solo quel che il gioco racconta e come viene contestualizzato il tutto, ma anche quali sono le sensazioni che trasmette il gameplay una volta preso in mano il joypad. Ma se dovessi analizzare le ultime produzioni AAA sul puro gameplay, probabilmente non ne direi di bellissime, visto che ormai si ha a che fare con gli stessi generi di giochi e senza alcuna innovazione. C’è chi dice che le grandi storie strappalacrime o spaccacuore siano usate per nascondere questo “ristagno” creativo dal punto di vista del gioco puro.
Ma pensiamoci bene: Può davvero esistere un nuovo modo di giocare, che non sia stato già studiato e costruito anche in passato?
Che il videogioco abbia finalmente, anche per richiesta di tanti, abbracciato le altre forme d’arte come il cinema e la fotografia per costruire delle splendide storie interattive degne anche delle migliori produzioni cinematografiche? Se mi concedete questo pensiero, allora si riesce in modo meno doloroso a far finta di non vedere tutti gli errori presenti in cyberpunk 2077 e il tutto diventa una corsa a sapere cos’accade col prossimo dialogo, le parole scorrono come un libro di fantascienza, dove oltre a immaginare quel che leggi ce l’hai proprio davanti ai tuoi occhi.
E in ciò questo gioco vince a mani basse questa “sfida”, come l’hanno vinta altri titoli magnifici come Death Stranding, Red Dead Redemption 2, God of War e The Last of us (personalmente metterei anche Final Fantasy XV nell’elenco, ma tanto so che troverei solo critiche pesanti ad attendermi)
Non ci resta che attendere le patch di gennaio e febbraio, nonché i dlc, che secondo dei rumor dovrebbero reinserire anche alcune feature che son state tolte durante i lavori e risolveranno problematiche varie. Per non dimenticare delle patch next gen che ancora devono uscire.