Ci sono giochi, non più di una manciata, che hanno segnato un prima e un dopo nell’industria dell’intrattenimento interattivo, e tra questi titoli storici non può, ovviamente, mancare questo titolo. Cari amici di polaTop Games ecco a voi un mostro sacro del videogioco, Street Fighter II.
La rivoluzione di Street Fighter II
La sua uscita, nel 1991, segnò una rivoluzione nel mercato dei giochi arcade, in quell del mondo dei picchiaduro e inoltre anche con il suo approdo sulle console domestiche. Lo sviluppo del titolo fu inizialmente un rischio per Capcom, reduce dal primo capitolo che riscosse un notevole successo tra il pubblico di giocatori di tutto il mondo, ma inaspettatamente gli sviluppatori del capostipite della serie lasciarono la software house nipponica subito dopo la pubblicazione del gioco. Il design del seguito fu affidato a due giovani creativi giapponesi, Akira Nishitani e Akira Yasuda e questo all’inizio fu un rischio che pero Capcom era certa di compiere, convinta di lasciare il progetto in mani affidabili. Non a caso i due designer nel loro curriculum avevano uno dei giochi di maggior successo dell’epoca ovvero Final Fight, della stessa Capcom e uscito due anni prima.
Dal rischio calcolato al successo planetario
Capcom fin da subito aveva visto di buon occhio la possibilità di produrre un sequel di Street Fighter e decise di apportare numerose modifiche al gameplay del titolo che lo resero di fatto uno dei giochi più popolari della storia del videogame e in poche parole divenne il gioco perfetto. La differenza sostanziale stava nel fatto che a differenza del predecessore, i giocatori ora potevano scegliere di impersonare uno degli otto lottatori messi a disposizione a differenza dei soli Ryu e Ken di Street Fighter e questo ampliò senza pari le possibilità e le differenze al gameplay nel quale ogni personaggio aveva le sue peculiarità, i suoi punti di forza e debolezza e una tecnica unica che nella sua semplicità era difficile da padroneggiare al meglio.
Il debutto del gioco avvenne per il mondo arcade il 14 febbraio del 1991 e con somma sorpresa di Capcom, il successo ottenuto da questo secondo episodio è stato a dir poco travolgente. Prima di Street Fighter II i picchiaduro ad incontri non erano uno dei generi più popolari tra i giocatori nelle sale giochi, ma con Street Fighter II il genere prese il sopravvento e diventò uno dei più richiesti.
Un mare di conversioni ed edizioni
Nonostante la semplicità del titolo, esso aveva una buona estetica e si basava su un’ottima storia. La grafica sfruttava al massimo la scheda arcade di Capcom (il CPS) e sin dal debutto si capì che portava all’estremo le capacità di questa tecnologia, grazie all’elaborata gestione degli ambienti di gioco, degli sprite dei personaggi, degli sfondi dettagliati con delle animazioni e per le musiche che facevano da sottofondo al titolo composte saggiamente da Yoko Shinomura e Isao Abe. Però nonostante il successo della versione arcade, Capcom voleva di più e decise di effettuare delle conversioni del titolo per le console casalinghe che erano molto diffuse in tutto il mondo. Le prime versioni furono quelle per Snes (Street Fighter II Turbo Hyper Fighting) e SEGA Megadrive (Special Champion Edition).
La peculiarità di queste versioni stava nel fatto che negli scontri era possibile scegliere lo stesso personaggio usufruendo di una diversa colorazione per uno di essi, è possibile selezionare anche i quattro boss principali innalzando il numero di combattenti a 12 e l’aggiunta di nuove mosse e bilanciamenti vari al gameplay e agli sprite dei personaggi e degli sfondi. Nel 1993 venne rilasciata una versione migliorata ed espansa per la nuova CPS 2 di Capcom chiamata Super Street Fighter II – The New Challengers che a mio parere è la migliore in circolazione. Questa versione aggiungeva quattro nuovi personaggi (Deejay, Cammy, T-Hawk e Fei Long), migliorava la grafica di gioco, aggiungeva nuovi finali, 8 colori per ogni personaggio e un doppiatore specifico per ogni personaggio. Fu infine realizzata una nuova versione chiamata Super Street Fighter II Turbo che introdusse oltre ad una maggiore velocità, il personaggio di Akuma e le super moves eseguibili dopo aver riempito l’apposita barra.
Un’eredità immortale
Dato il successo planetario del titolo, esso fu adattato in altri mezzi di comunicazione e per esempio vanno citati l’anime del 1994 Street Fighter II – The Animated Movie e il successivo Street Fighter II V che rappresentano le migliori trasposizioni animate del gioco e il discusso e controverso film di Hollywood Street Fighter Sfida Finale sempre del 1994. Il film interpretato da Jean Claude Van Damme, dall’intramontabile Raul Julia, di cui questo film rappresenta la sua ultima interpretazione (accettata per far felice il figlio, fan del gioco) e una giovane Kylie Minogue, non raggiunse del tutto i fan del gioco che trovarono il plot del film scadente come la sua realizzazione globale. Ma l’eredità di Street Fighter II non si ferma certo qui, grazie anche a numerosi fumetti, artbook e ai numerosi sequel, la popolarità del titolo continua ad essere forte anche oggi e da tutti è considerato il miglior episodio della saga, innovativo ed immortale.
Consigliato praticamente a tutti
Credo comunque che nessuno di voi non conosca questo gioco, ma è molto più probabile che però molti non ci abbiano mai giocato, preferendo magari il nuovo Street Fighter V o comunque gli ultimi capitoli della serie. In tal caso è nostra premura consigliare a tutti i videogiocatori di provare questo titolo in una qualsiasi delle sue versioni, che si trova praticamente per ogni piattaforma e anche su internet per intenderci. Anche i non fan dei picchiaduro troveranno che sarà sicuramente divertente ed entusiasmante provare uno dei giochi più popolari di sempre e sono sicuro che nessuno rimarrà deluso. Inoltre il gioco risulta molto godibile ancora oggi e grazie alla sua grafica 2D non è invecchiato per niente male. Speriamo di avervi convinti ad addentrarvi nella storia dei videogiochi e di aver instillato nei più stagionati di voi un po’ di nostalgia per quegli anni che hanno reso grandi le nostre infanzie e grande il futuro dei videogiochi.