Blast From The Past #5 – Banjo Kazooie

 



Negli anni 80/90 c’era una software house che dominava il settore dei platform game, ovvero la Rareware. Memori di capolavori come la serie di Donkey Kong Country o Battletoads e passando per Goldeneye 007 la software house inglese non ha mai sbagliato un colpo negli anni di attività. Oggi parleremo di un gioco che ha segnato un’epoca su Nintendo 64, ovvero Banjo Kazooie.

Un cambio di rotta fortunato

Il 1998 vide l’uscita di numerosi giochi che definire cult è poco, tra Resident Evil 2, The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time e Grim Fandango, per citarne alcuni, era difficile imporsi in un mercato abbastanza saturo, con la prima PlayStation che dominava incontrastata seguita da Sega Saturn e Nintendo 64 a ruota. Rareware decise di dirottare un progetto chiamato Dream in programma per Snes, il quale sarebbe dovuto essere un gdr a sfondo piratesco, sulla neonata Nintendo 64. La maggior potenza di calcolo e le possibilità di sviluppo permisero allo studio inglese di ampliare quanto concepito e cambiare totalmente rotta, senza sapere che avrebbero inconsapevolmente creato un’icona. Nacquero Banjo e Kazooie, una coppia inseparabile che sarebbe stata protagonista di 5 giochi e comprimaria di altrettanti, tra cui Super Smash Bros Ultimate.

Fare i platform era cosa facile per Rare

Scelta la nuova ambientazione e la console di sviluppo, per Rare fu abbastanza logico sfruttare il motore grafico 3D del Nintendo 64 per capire che genere doveva ricoprire Banjo Kazooie, ovvero doveva essere un platform, genere al quale i ragazzi di Rare erano ben abituati da molti anni. Il giocatore controlla i protagonisti, Banjo e Kazooie, grazie ad una prospettiva tridimensionale in terza persona, è necessario raccogliere note musicali e pezzi di puzzle (Jiggies) per proseguire attraverso i nove mondi del quale si compone il gioco.

Per mezzo dei Jiggies il giocatore può completare i puzzle che permettono di aprire le porte a nuovi mondi, mentre le note musicali permettono di sbloccare aree attraverso cui accedere a mondi più difficili. Come in Super Mario 64, Banjo-Kazooie lascia molta libertà al giocatore, permettendogli di raccogliere note musicali e pezzi di puzzle senza un ordine specifico; anche il completamento dei mondi è possibile in ordine sparso, a patto che il giocatore abbia raccolto abbastanza note e pezzi di puzzle necessari a sbloccare livelli più avanzati prima di quanto previsto. Pezzi di puzzle aggiuntivi possono essere raccolti trovando in ogni mondo un determinato di piccole creature chiamate Jinjos.

In ogni mondo sono presenti diverse sfide tra cui la risoluzione di puzzle ambientali, saltare oltre ostacoli naturali, raccogliere oggetti e sconfiggere nemici. Il videogioco contiene elementi riconducibili alle avventure dinamiche e spesso il giocatore dovrà interagire con i personaggi presenti nel gioco per aiutarli. Durante l’avventura è anche possibile aumentare la salute massima dei protagonisti, raccogliendo pezzi di alveare sparsi nei livelli di gioco. Banjo e Kazooie hanno una serie di abilità che permettono loro di esplorare i diversi ambienti di gioco: saltare, scalare, nuotare, volare e rotolare contro i nemici. Queste azioni vengono apprese nel corso del gioco grazie ad alcuni npc sparsi per i mondi i quali ricompenseranno il giocatore con queste abilità.

Una trama forse un po’ infantile

Come i classici platform alla Super Mario, la trama di Banjo Kazooie ruota intorno al rapimento di Tooty, un’orsetta definita dal calderone della strega Gruntilda, la più bella del reame. Di fronte a questo affronto, la strega rapisce Tooty costringendo i suoi amici Banjo e Kazooie a viaggiare attraverso i mondi per impedire che il macchinario “cattura bellezza” creato dalla malvagia strega, renda brutta Tooty e tutte le altre sue vittime. Fondamentalmente è un plot narrativo abbastanza debole che vede continuamente un bene e un male ben distinti, senza lasciare spazio ad alcuna sfaccettatura, un po’ appunto come il rapimento della principessa Peach da parte di Bowser o la minaccia per Hyrule e la principessa Zelda da parte di Ganondorf. Se da un lato la trama è abbastanza infantile, dall’altro riesce nell’intento di catturare l’attenzione del giocatore attraverso l’ironia della stessa e la voglia di sapere come si conclude l’intera vicenda.

Un gioco ineccepibile

Nonostante stiamo parlando di un gioco uscito ben 24 anni fa, la grafica di Banjo Kazooie mantiene alto il livello della produzione Rare. Contiamo che all’epoca il colpo d’occhio era a dir poco stupendo, tra colori e ambientazioni completamente in tre dimensioni che ricordavano molto quelle di Ocarina Of Time. Con il passare del tempo nonostante il tutto possa sembrare un accozzaglia di pixel colorati, bisogna dire che se giocato con un televisore a tubo catodico contenuto nelle dimensioni, tutto l’ambiente di gioco e i personaggi a schermo non sfigurano per niente e il peso degli anni si sente davvero poco, contando che negli ultimi anni giochi volutamente pixellosi come Minecraft hanno dominato tra i giovanissimi. Per quanto riguarda la giocabilità e la longevità del titolo, Banjo Kazooie terrà il giocatore incollato allo schermo parecchie ore per essere sviscerato al 100%, contando che in se il titolo è davvero divertente e pieno di segreti da scoprire.

Contando che il gioco ha avuto ben tre sequel e uno spin off, merita di avere l’attenzione degli amanti del retrogaming anche e soprattutto grazie ad una riedizione del 2008 uscita su Xbox Live Arcade e la sua inclusione nel 2015 in una raccolta dedicata alla Rareware uscita su Xbox One. Ultima ma non meno importante è la sua disponibilità su Nintendo Switch attraverso il servizio online della console. Bisogna anche dire che una copia originale anche non boxata di Banjo Kazooie non è per niente esosa in termini di prezzo e una console Nintendo 64 si trova anche abbastanza facilmente sul mercato dell’e-commerce, quindi per i nostalgici delle versioni originali è possibilissimo recuperare questo piccolo gioiello nella sua forma primordiale per la console della grande N. Discorso diverso è legato al sequel Banjo Tooie, il quale risulta abbastanza raro da trovare e a cifre abbastanza discrete.

Voi avete mai avuto l’opportunità di giocare all’epoca o di recente a questo piccolo capolavoro della Rare? Se si quali sono le vostre impressioni? Fateci sapere cosa ne pensate sotto nei commenti.

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Luca Maggi
Luca Maggi
Nerd dal 1989 quando mi venne regalato il Commodore 64. Amante dei gdr e dei survival horror nonché fanboy dei fumetti Marvel e accanito amante dell'heavy metal anni 80. Nel tempo libero chitarrista di una band milanese chiamata Axeblade.

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