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Diario di un viaggio: Ghost of tsushima

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Diario di un viaggio: Ghost of tsushima

Finalmente, dopo 45 ore di gioco, ho portato a termine questa avventura.

Un viaggio lungo, desolante, molto doloroso e cattivo. Parliamo comunque di un fine 1200 (precisamente il 1277-1281), quindi periodo Kamakura, in pieno scenario di guerra, dove il Giappone intero trema davanti all avanzata incessante della forza mongola, che partendo dalla piccola isola di Tsushima, minacciava una veloce avanzata fino al Isola Nipponica. Una stregua battaglia finira con la sconfitta dei giapponesi, la cattura di Lord Shimura e la “morte” del prode nipote per delle frecce mortali.

Questo quindi l intro di quello che potrebbe rivelarsi un titolo storico già di per se intrigante, soprattutto per chi ama la storia Giapponese. 

Ghost of Tsushima è un racconto tanto storico quanto “magico”, introspettivo, psicologico, mette le basi per la rottura della quarta parete, in quanto agevola un dialogo costante e duraturo tra il giocatore e il personaggio. Jin è un guerriero, un samurai, con piena coscienza del codice etico dei samurai, il codice dell’onore ma anche quello di dover essere al “servizio” del popolo. I samurai sono i portavoce della pace nell’impero giapponese, sono venerati e rispettati da tutti in quanto incarnano le braccia dell’imperatore, quella massima carica che è sia terrena che spirituale, in quanto si ritiene che la nomina dello stesso avviene per discendenza divina, non di casata o di famiglia. 

Ma tutto questo, davanti alla desolazione lasciata dai Mongoli, pian piano perderà ogni valore. Jin è solo, Noi siamo soli. Abbiamo una Tsushima distrutta dai mongoli, dobbiamo velocemente capire come fare a fermarli, DOBBIAMO salvare la nostra gente, a qualunque costo. 

E questo costo Jin, anzi noi, sappiamo quale sarà, anche se a Lord Shimura non farà mai piacere, ma si ritiene davvero che questa sia l’unica maniera per portare via quanti più avamposti mongoli possibili e ridare alla nostra gente un pò di pace, un pò di sicurezza e sopratutto una casa dove nascondersi e la terra dove poter seppellire e piangere i propri cari, caduti per mano degli invasori.

In tutto questo, c’è davvero spazio per l’onore e il codice etico di un samurai? Ha senso buttare la vita per salvarne pochi, ma combattendo con onore? 

O ha più senso usare tecniche prive di onore, ma provare a salvare quante più persone possibili? 

Queste sono le domande che minuto dopo minuto, dialogo dopo dialogo, coi vari alleati che troveremo nella nostra strada, faranno vacillare la fede assoluta di Jin verso lo zio, lo Shogun e il codice Samurai.

Durante il nostro viaggio e le nostre dubbie decisioni, avremo il consenso di sempre più alleati e persone. Nascerà davanti e dietro di noi un nuovo racconto: Il racconto e la fama dello Spettro! Un guerriero che sfrutta la stessa tenacia e crudeltà dei mongoli contro gli stessi mongoli, un guerriero privo di onore, ma di gran cuore, pronto a sporcarsi le mani per la sua gente.

Un guerriero, altresì, anacronistico, troppo “moderno” rispetto alle regole vigenti e imposte da quella società medievale/feudale. Un guerriero romantico, quasi compiacente dal punto di vista Europeo, più che Giapponese. 

Quale scelta fare? Quale la più lucida? Gli Dei, i Kami che tanto vengono venerati, potranno rispondere a queste domande? 

Quest’avventura vi, ci mette davanti a scelte, dolorose e spesso controcorrente. La storia ve le impone, perchè d’altronde stiamo assistendo ad un racconto epico, come tanti ne sentiremo e vivremo in terza persona nel gioco. Storie di guerrieri che hanno protetto gli altri a costo della vita, a costo della loro stessa umanità. Storie di guerrieri maledetti e accecati dal potere e dall’egoismo. 

Tante le facce di questo angolo quasi paradisiaco di Giappone, poche rispetto alle persone morte per mano dei mongoli e per difendere i deboli in guerra.

Che dire? I ragazzi di Sucker Punch ce l’hanno fatta! Hanno consegnato a noi giocatori un prodotto sublime, non perfetto, ma che sa raccontare perfettamente qualcosa di epico, di perfettamente giapponese, di perfettamente samurai. Hanno saputo spiegare cosa succede ad un guerriero quando perde l’onore ma continua a combattere perchè ha comunque ideali forti. 

Hanno saputo raccontare le sensazioni, le debolezze, le fragilità e i sentimenti di un uomo che porta avanti un messaggio di speranza, nonostante debba andare contro il signore di Tsushima e lo Shogun stesso.

Hanno, infine, saputo regalare al giocatore, esploratore e guerriero, dei panorami mozzafiato, come delle splendide tele vive, dove ogni sprazzo di luce e ogni colore sembra alleviare i dolori della guerra e regalarci dei momenti di pace. L’esplorazione del mondo stacca totalmente la tensione emotiva e permette un relax quasi fuori dal comune. Possiamo esplorare antichi templi caduti in rovina ma che nascondono le dimore dei Kami, possiamo farci accompagnare dalle volpi care alla Dea Amaterasu ai loro santuari e pregare per avere la benevolenza della Grande Dea. Possiamo goderci una splendida vista mentre facciamo un bagno e riflettiamo sui temi più “caldi” e vivi della psiche di Jin…e tanto altro ancora.

Ghost of Tsushima, non è solo un viaggio di guerra, è anche un gradevole contatto con la natura e il divino.

Se avete avuto modo di giocarlo capirete dove voglio arrivare, ma qui non lo racconterò. Quel dettaglio, quell’importante e “finale” dettaglio, è qualcosa che dovrà spingervi a riflettere, a incanalare tutte le informazioni raccolte finora, perchè quella scelta dovrà essere coerente con quel che voi avete recepito.

“Quando si è determinati, l’impossibile non esiste: allora si possono muovere cielo e terra. Ma quando l’uomo è privo di coraggio, non può persuadersene. Muovere cielo e terra senza sforzo è una semplice questione di concentrazione.” (Yamamoto Tsunetomo – Hagakure. Il codice segreto dei samurai)

Mettete da parte chi siete, la nostra società e il nostro punto di vista rispetto alla storia: Diventate Jin e affrontate con lui l’armata Mongola! 

Se non avete ancora avuto modo di giocare Ghost of Tsushima e questo diario vi ha intrigato, andate a leggere la nostra Recensione e le nostre impressioni sui Raid e le Onibaba!

Francesco Nicoletti